"Il Convito di Baldassarre" - Giuseppe Tortelli
Olio su tela - cm. 408 x 790 - Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia
L'Autore
Giuseppe Tortelli nasce a Chiari (Bs) nel 1662. Viene considerato uno dei pittori più interessanti dell'arte bresciana nella prima metà del Settecento e tra i più alti interpreti del barocchetto. Ricevette un'ampia formazione in letteratura e filosofia prima di dedicarsi da autodidatta alla pittura, rivelando un innato talento. L'interesse per i grandi autori e il desiderio di perfezionarsi lo portano a intraprendere viaggi a Roma e Napoli dove ha la possibilità di studiare le opere dei maestri del suo tempo. In seguito si trasferisce a Venezia dove inizia ad operare assiduamente. Durante la sua carriera realizzò principalmente pale d'altare e affreschi per chiese della città e della provincia di Brescia. Fra i suoi allievi si ricorda il pittore Giuseppe Zola. Muore a Brescia nel 1738.
L'Opera
"Il Convito di Baldassarre" - Olio su tela - cm. 408 x 790 - Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Nasce come pendant insieme a "La cacciata di Eliodoro", altra grande tela realizzata dal Tortelli. Le due opere furono donate al Comune di Brescia dai fratelli Mangiante, nel febbraio del 1890. Nel soggetto e nello stile sono evidenti i rimandi alla cultura neoveronesiana di Sebastiano Ricci, che viene generalmente considerato il maestro del bresciano Tortelli. Se il classicismo si ritrova soprattutto nei riferimenti figurativi e nel generale equilibrio compositivo, è però il venetismo di Ricci e di Gregorio Lazzarini a dominare, nelle ombre accentuate, nella stesura liquida e trasparente, ma anche nelle tipologie delle figure e nella risoluzione di alcuni gruppi. In essa convivono figure dai lineamenti anticlassici, che possono derivare dal Celesti, e volti dai profili netti e regolari, secondo un gusto rigoroso di matrice romano-bolognese.
Lo Stato di conservazione
Il dipinto permane in prima tela, ancorato ad un telaio costruito con incastri fissi, rinforzati da una crociera centrale e da elementi diagonali ad ogni angolo. Il supporto è formato da quattro teli di tessuto a trama ortogonale, sovrapposti, congiunti con cuciture, ben individuabili anche dal fronte. In passato vennero effettuati alcuni interventi manutentivi, resisi necessari per tamponare lacerazioni e fori, dovuti principalmente ad urti accidentali. Sono infatti rilevabili a tergo alcune toppe a cui corrispondono sul fronte riprese pittoriche ormai alterate. L'aspetto che pregiudica la buona conservazione dell'opera è rappresentato da un diffuso cretto, che coinvolge uniformemente tutte le campiture, a cui si accompagna l'imperfetta adesione degli strati pittorici alla tela di supporto. Oltre alle riprese pittoriche di restauro, sulla superficie è presente uno spesso strato di vernice non originale, probabilmente di natura cerosa, marcatamente ingiallita. Per l'invecchiamento dei materiali, originali e non, si è creato un difforme lucore superficiale, caratterizzato da zone di prosciugo e da altre più lucide. Alla scarsa leggibilità della scena contribuiscono anche i corposi depositi di particellato inquinante e polveri.