Lorenzo Lotto. Incontri immaginati
Pinacoteca Tosio Martinengo
I colori, le emozioni e i gesti di Lorenzo Lotto, un percorso di bellezza e una possibilità di rileggere alcuni dei capolavori della collezione attraverso incontri immaginati tra Lotto, Savoldo, Romanino e Moretto.
Il fascino della storia dell’arte nasce dalle opere, dagli autori e si arricchisce dagli incontri, reali e ideali, avvenuti o immaginati; incontri di temi, modi, ispirazioni, di un sentire comune e di talento che oggi, secoli dopo, continua ad affascinarci, seguita a farci pensare a quegli artisti come a dei maestri e a quegli incontri con incanto.
Lorenzo Lotto. Incontri immaginati di Pinacoteca Tosio Martinengo rinnova quella meraviglia, grazie a prestiti straordinari, ci parla di uno dei più affascinanti protagonisti della storia dell’arte e, insieme, racconta di quegli incontri, attraverso dialoghi proposti con alcuni capolavori della Collezione.
Il protagonista è dunque Lorenzo Lotto (1480 - 1556/1557) e gli incontri sono quelli con i maestri, pressoché coetanei, del Cinquecento bresciano quali Savoldo (1480 circa – post 1548), Romanino (1484 circa – 1566) e Moretto (1492-1495 circa – 1554). Il percorso, all’interno delle sale della Pinacoteca, si crea grazie a cinque opere del genio del Cinquecento veneziano, quattro provenienti da prestiti e una presente nella Collezione Tosio.
Il progetto di Fondazione Brescia Musei, dal 1 dicembre 2023 al 7 aprile 2024, rappresenta il culmine dell’offerta culturale che Brescia Musei ha organizzato nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura.
È del 1528 la lettera di Lotto a Moretto per chiedere aiuto nell’impresa dei cartoni per il coro della cattedrale di Bergamo: dal documento si evince che tra i due esisteva un consolidato rapporto di stima e, si direbbe, di amicizia, che risaliva probabilmente a qualche anno prima. Non vi sono ulteriori attestazioni di contatti diretti fra Lotto e i maestri bresciani, anche se ovviamente la loro presenza in contemporanea in diverse città dei domini veneziani di terraferma – nonché, almeno per Savoldo, in laguna – abbozza i tracciati di incontri, appunto “immaginati”, e di una conoscenza reciproca, se non personale, certo mediata dalle opere d’arte di destinazione pubblica, a cominciare dalle pale d’altare.
La luce, i gesti, l’espressività, il colore, i temi, alcune soluzioni stilistiche, certamente la vicinanza cronologica e la frequentazione in terre dominate da Venezia sono solo alcune delle caratteristiche proprie degli artisti che questa mostra fa incontrare: Lotto e Savoldo, Lotto e Moretto, Lotto e Romanino.
Poi, come sempre succede in un museo, nuovi incontri si realizzano tra i prestiti e le opere della collezione, anche grazie agli sguardi, alla curiosità e all’intuito dei visitatori. Questo progetto vuole essere un suggerimento di meraviglie, di incontri prima di tutto intorno alla sensibilità che forse è il trait d’union per leggere l’opera di Lotto insieme a quella di Savoldo, Moretto e Romanino: modi di fare pittura che hanno trovato nella rappresentazione delle figure, personalissime e sempre umanissime trasposizioni.
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